lunedì 1 aprile 2024

IL FARO DI PILA o DI PUNTA MAESTRA NEL DELTA DEL PO

IL FARO DI PILA O DI PUNTA MAESTRA
❝Bianco e slanciato, adagiato fra il mare e i luminosi specchi lagunari, il Faro di Punta Maistra rappresenta uno dei luoghi più evocativi del Delta padano. Posto in prossimità della foce del Po di Pila, a valle dell’omonimo centro abitato, il faro si trova all’interno di un contesto geografico di grande valore dal punto di vista paesaggistico. Al centro di sconfinati e suggestivi orizzonti, è stato “luogo di senso” e fonte di sublimi suggestioni letterarie❞
Il Faro di Punta Maistra rappresenta per il Delta una sorta di riferimento, un landmark ineludibile e ben distinguibile in tutti i periodi dell’anno e con ogni tipo di condizioni atmosferiche. Il vecchio faro, eretto nel 1885 e andato distrutto durante il secondo conflitto mondiale, sorgeva all’altezza dell’abitato di Pila, mentre il manufatto attuale, ricostruito più a est a ridosso delle foci del Po, si trova a circa due chilometri dallo sbocco del fiume, a testimonianza del continuo e inesorabile avanzamento del Delta. Il faro si trova sulla sinistra idrografica del Po di Pila, su un isolotto accessibile solo tramite imbarcazioni. È alto circa 45 metri e raggiunge, con la lanterna posta alla sommità, una portata luminosa di circa 30 chilometri. L’imponente costruzione, che costituisce tuttora l’edificio più a est di tutto il Delta, ha ispirato scrittori e poeti che, nei loro racconti e versi, hanno immortalato lo splendido scenario fluviale circostante. Lo scrittore polesano Gian Antonio Cibotto lo cita più volte nel suo romanzo intitolato Scano Boa: “Il movimento delle onde sembrava aiutarlo a prendere sonno, mentre sulla sua testa continuava a risplendere il faro, che lampeggiava intenso, protettivo, come una voce umana, rincuorante”. Altre volte invece la luce del faro si poteva scorgere a malapena, attraverso le fittissime nebbie del delta: “La mole candida del faro si stagliava contro l’umidità scura del cielo come un fantasma”. Su questo faro salirono Cibotto ed Eugenio Montale negli anni Cinquanta, durante un’escursione ispirata nel Delta del Po. Montale fu particolarmente attratto dall’imponente mole del faro e, una volta salito, fu colto da grande emozione alla vista del panorama e dei vasti e suggestivi orizzonti lagunari. Il poeta iniziò così a comporre nuove strofe romanzate: una sorta di melodia in cui concorrevano la sua voce, quella del vento del delta e quella del mare. Pare che la sua poesia intitolata “L’anguilla” sia stata scritta proprio durante questa visita. Sulla destra il Faro di Maistra sorveglia Scano Boa e la Laguna del Basson, mentre alle sue spalle si trovano la Laguna del Bùrcio e l’Isola della Batteria. Tutt’intorno si estendono svariate isolette, lidi sabbiosi e fitti canneti, in cui si snodano inestricabili canali dalle sfumature diverse, a seconda della loro profondità, colorando con i toni del verde e dell’azzurro un paesaggio che sembra dipinto da un ineguagliabile artista. Sono questi gli habitat ideali per l’avifauna, che qui trova pace e rifugio. La lingua di terra su cui svetta il faro ospita una grande garzaia che si sviluppa come una sorta di condominio: qui ogni specie trova il suo spazio e si possono scorgere facilmente aironi, garzette e cormorani.


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