martedì 3 settembre 2019

DELTA PADANO, FILM DOCUMENTARIO, 1951 - AUTORE F. VANCINI


Delta padano, film documentario, 1951 
(Autore Florestano Vancini)

È un video pubblicato in YouTube nel canale “Mi Ricordo il Delta” a questo indirizzo: https://youtu.be/I9-xNrN9ERI che ho trasformato in formato 16:9, che rispetto al formato 4:3 originale è più adatto agli schermi TV odierni. Con l’occasione ho anche messo un pochino di colore. Il video scaricato è stato ottenuto da una pellicola restaurata nel 1998 e trasmessa da RAI SAT CINEMA.
DUE ITALIE
Prima e dopo il 1951, e per molti anni ancora, la popolazione viveva in due Italie, quella delle città e quella delle periferie, nelle quali mancavano i principali servizi, come quello degli acquedotti e di case sane. Ma nel Delta del Po, la situazione era ancora più grave, dove le malattie del tifo e della tbc dipendevano anche dall'insalubrità delle paludi causate dalle frequenti alluvioni del PO. Ci son voluti alcuni decenni per debellare le malattie e sconfiggere la miseria, grazie anche alle grandi opere di bonifica ed alla riforma agraria che hanno creato migliori condizioni di vita anche nel Delta del Po. Nel video che segue una testimonianza di quel tempo. Protagonisti di questo film-documentario gli abitanti di Scardovari, Gorino e Goro.



Il video è anche in queste due pagine FB:
https://www.facebook.com/propolesine/videos/478338796292661/
https://www.facebook.com/deltadelpomab/videos/454048668777699/

Quella che segue è la presentazione del video originale in YouTube.

“È uno dei 36 cortometraggi realizzati dal ferrarese F. Vancini (1926) nel decennio 1949-59 e uno dei 3 (con Alluvione e Uomini della pianura) prodotti dalla Camera Confederale del Lavoro di Ferrara cui facevano capo altri giovani intellettuali della zona: Benedetto Ghiglia, Adolfo Baruffi, Massimo Felisatti, Fabio Pittorru e il pittore Carlo Rambaldi (alias Caramba). Girato tra Goro, Gorino e Scardovari, racconta, in cadenze di un documentario aperto alla fiction, la miseria di trecentomila italiani che vivevano ai margini delle terre più fertili del Nordest nella morta gora dell'inerzia provocata dalla disoccupazione, alle prese con le arcaiche condizioni di coabitazione e di igiene, la sottoalimentazione, le malattie (tifo, tubercolosi), l'esasperata attesa di una bonifica. Si sentono nel giovane Vancini le influenze di Flaherty, Visconti (La terra trema), Rossellini (l'ultimo episodio di Paisà), del cinema sovietico con qualche concessione alla retorica populista. Musica di Benedetto Ghiglia con canti popolari. Commento di Vittorio Passerini detto da Arnaldo Foà e Goliarda Sapienza. Da mettere accanto a Gente del Po (1943-47) di M. Antonioni (anche se i due titoli potrebbero essere scambiati) e a Quando il Po è dolce (1951) di R. Renzi e G.B. Cavallaro.”

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