Delta padano, film
documentario, 1951
(Autore Florestano Vancini)
È un video pubblicato in YouTube nel canale “Mi Ricordo il
Delta” a questo indirizzo: https://youtu.be/I9-xNrN9ERI
che ho trasformato in formato 16:9, che rispetto al formato 4:3 originale è più
adatto agli schermi TV odierni. Con l’occasione ho anche messo un pochino di
colore. Il video scaricato è stato ottenuto da una pellicola restaurata nel
1998 e trasmessa da RAI SAT CINEMA.
DUE ITALIE
Prima e dopo il 1951, e per molti anni ancora, la
popolazione viveva in due Italie, quella delle città e quella delle periferie,
nelle quali mancavano i principali servizi, come quello degli acquedotti e di
case sane. Ma nel Delta del Po, la situazione era ancora più grave, dove le
malattie del tifo e della tbc dipendevano anche dall'insalubrità delle paludi
causate dalle frequenti alluvioni del PO. Ci son voluti alcuni decenni per
debellare le malattie e sconfiggere la miseria, grazie anche alle grandi opere
di bonifica ed alla riforma agraria che hanno creato migliori condizioni di
vita anche nel Delta del Po. Nel video che segue una testimonianza di quel
tempo. Protagonisti di questo film-documentario gli abitanti di Scardovari,
Gorino e Goro.
Il video è anche in queste due pagine FB:
https://www.facebook.com/propolesine/videos/478338796292661/
https://www.facebook.com/deltadelpomab/videos/454048668777699/
Quella che segue è la presentazione del video originale in YouTube.
“È uno dei 36 cortometraggi realizzati dal ferrarese F.
Vancini (1926) nel decennio 1949-59 e uno dei 3 (con Alluvione e Uomini della
pianura) prodotti dalla Camera Confederale del Lavoro di Ferrara cui facevano
capo altri giovani intellettuali della zona: Benedetto Ghiglia, Adolfo Baruffi,
Massimo Felisatti, Fabio Pittorru e il pittore Carlo Rambaldi (alias Caramba).
Girato tra Goro, Gorino e Scardovari, racconta, in cadenze di un documentario
aperto alla fiction, la miseria di trecentomila italiani che vivevano ai
margini delle terre più fertili del Nordest nella morta gora dell'inerzia
provocata dalla disoccupazione, alle prese con le arcaiche condizioni di
coabitazione e di igiene, la sottoalimentazione, le malattie (tifo,
tubercolosi), l'esasperata attesa di una bonifica. Si sentono nel giovane
Vancini le influenze di Flaherty, Visconti (La terra trema), Rossellini
(l'ultimo episodio di Paisà), del cinema sovietico con qualche concessione alla
retorica populista. Musica di Benedetto Ghiglia con canti popolari. Commento di
Vittorio Passerini detto da Arnaldo Foà e Goliarda Sapienza. Da mettere accanto
a Gente del Po (1943-47) di M. Antonioni (anche se i due titoli potrebbero
essere scambiati) e a Quando il Po è dolce (1951) di R. Renzi e G.B. Cavallaro.”
Nessun commento:
Posta un commento