martedì 30 maggio 2023

PAPAVERI

I PAPAVERI SELVATICI hanno ispirato scritti di antichi letterati (Tito Livio, Catullo e Virgilio), famosi pittori (Monnet, Van Googh), canzoni per bambini e satira politica (Papaveri e Papere cantata da Nilla Pizzi).

Vincent Van Googh - Campo di papaveri (Field with poppies), 1890;
Olio su tela (73 x 91,5 cm


I papaveri di Claude Monet - 1873 - 50 x 65 - Olio su Tela - Musée d’Orsay, Parigi


Papaveri e Papere (Nilla Pizzi) - Canzoni per bambini
In questo mese di maggio molti amici del Gruppo FB Polesine hanno pubblicato bellissime immagini. Ho messo le loro foto in un album del gruppo e prodotto questo video. In ogni immagine il nome di ciascun autore.

Di seguito curiosità tratte da internet (IDEE GREEN) che riguardano CARATTERISTICHE, PROPRIETA' ED UTILIZZO.
La parola "Papavero" significa “pappa”, intesa come pappa dei bambini. Un tempo il suo latice veniva mescolato al cibo per bambini, per sonni sereni e lunghi. È pianta spontanea che cresce un po’ ovunque nelle zone a clima temperato. Il suo nome scientifico è Papaver rhoeas e appartiene alla famiglia delle Papaveraceae. CARATTERISTICHE - Emette nel suo insieme un forte odore e produce il succo lattiginoso bianco con leggero effetto narcotico, come anche il papavero da oppio, molto più marcato. Quando spunta, questa pianta ha la forma di una rosetta tutta composta di foglie, poi nei mesi cominciano a spuntare i fusti che arrivano anche ad un metro di altezza e reggeranno il fiore. La rosetta alla base della pianta è composta da foglie lunghe dalla forma ovale, con lunghi piccioli e margini dentellati. Spuntano uno per volta, ciascuno in cima ad un fusto, sorretti da lunghi peduncoli. Sono composti sempre da due sepali che cadono lasciando il posto a quattro petali di colore rosso molto carico. C’è di solito anche una macchia nera, alla base. I fiori del papavero selvatico sono ermafroditi, come tutti quelli delle Papaveraceae. Non avendo nettare, quindi, affidano l’impollinazione agli insetti che arrivano su questi fiori soprattutto grazie ai colori vivaci. Del papavero ci sono anche i frutti, sono poco appariscenti, hanno la forma di capsule ovoidali. Proprio all’interno dei frutti troviamo i semi e quando arrivano delle forti ventate, si diffondono nell’ambiente visto che i pori si trovano nella parte alta della capsula che una volta matura non si piega. PROPRIETA' - In questa pianta, chiamata anche rosolaccio, possiamo ritrovare numerosi principi attivi tra cui alcaloidi come la readina, la reagiina, la rearubina I e II; tannini; mucillaggini; coloranti; antociani. Quando si intaglia la capsula, essa secerne del latice che contiene tutte queste sostanze, accade esattamente come con il papaver somniferum ma il latice del nostro papavero selvatico non è altrettanto pericoloso, questo non vuol dire che non debba essere trattato con cautela. Se assunto in dosi eccessive, infatti, anche questo latice può causare intossicazione e avvelenamento quindi è meglio fare molta attenzione a rispettare le dosi consigliate. Tutta la pianta del rosolaccio può essere utilizzata, raccolta prima della fioritura, ma ciò che viene maggiormente usato sono proprio i petali del fiore, rosso acceso. Tra maggio e luglio, momento della fioritura, possiamo coglierli e metterli subito ad essiccare in un ambiente caldo, buio e ventilato. Da secchi, i petali sono ancora più rossi e devono essere riposti in contenitori di vetro o porcellana, ermetici, da custodire al buio. UTILIZZO - Il papavero selvatico si adatta all’uso sia interno che esterno. In cucina si possono utilizzare i suoi germogli, ad esempio mettendoli crudi in una insalata, oppure lasciandoli cuocere nelle minestre o con la polenta. Si possono preparare frittelle con pastella di uova e farina. Sempre per uso interno, possiamo prendere i petali e preparare un infuso o un decotto con un leggero effetto sedativo. I petali, come il latice, hanno delle proprietà calmanti e leggermente narcotiche legate alla presenza degli alcaloidi, quindi le bevande calde con petali di papavero selvatico sono spesso consigliate per combattere l’insonnia, la tosse insistente, la pertosse, l’asma bronchiale e per guarire il mal d’orecchio. Ad uso esterno, i fiori possono essere usati per cataplasmi con potere antiinfiammatorio, da effettuare sulle palpebre oppure nelle zone in cui serve per via delle rughe. E’ facile prepararli, basta far macerare 50 grammi di fiori in mezzo litro di acqua bollente per mezz’ora e poi filtrare e spremere bene i fiori. Si ottiene così il liquido che serve per fare gli impacchi al mattino e alla sera per alcuni giorni. I semi sono commestibili, vengono impiegati per dolci e panetteria e per estrarre un ottimo olio, lenitivo ed emolliente. Grazie alla presenza degli antociani, i petali diventano ottimi come coloranti.

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