Una lunga intervista trasmetta da “Rete Veneta”, Settimanale
TV di Informazione e Cultura Agricola Veneta, ad uno dei principali produttori
di Aglio Bianco Polesano Dop, Giuseppe Beretta, titolare dell’omonima azienda
Agricola di Grignano (Rovigo) di 120 ettari, dei quali 60 di proprietà e 60 in
affitto. Recente il marchio “Aglio Beretta”, con il quale il produttore è
presente a Fiere e Manifestazioni.
L’intervista è contenuta nella trasmissione settimanale del
25 gennaio 2020, della durata complessiva di circa mezz’ora e si sviluppa con
intervalli per dare spazio ad altre notizie di avvenimenti del comparto
agricolo del Veneto. Abbiamo raggruppato le varie parti senza interruzioni,
riducendo a metà il tempo, per dare maggiore risalto all’intervista del settimanale
TV Rete Veneta. Per chi volesse rivedere l’intera trasmissione segnaliamo il
link di YouTube:
Per chi volesse rivedere l’intera trasmissione segnaliamo il link di YouTube:
Non condividiamo il titolo: “LA CRISI DELL’AGLIO”, non solo
per l’errore contenuto di definire l’aglio bianco polesano una DOP del Delta
(vedi il titolo poco più avanti dell’inizio). Ad eccezione di una parte del
territorio di Adria, i restanti Comuni nei quali si coltiva l’aglio sono
situati nel Medio Polesine (Rovigo, Crespino, Fiesso Umbertiano, Villamarzana,
Villadose, San Martino di Venezze, Frassinelle Polesine, Lendinara, Fratta
Polesine, Castelguglielmo, Canda, Adria, Occhiobello, Papozze, Lusia,
Ceregnano, Villanova del Ghebbo, Arquà Polesine, Pontecchio Polesine, Costa di
Rovigo, Pincara, Villanova Marchesana, Bosaro, Canaro, Gavello, Guarda Veneta,
Pettorazza Grimani, San Bellino).
Dall’intervista non emerge una grave e irreversibile crisi,
se non i problemi legati al clima (le piogge autunnali che non hanno permesso
il completamento delle semine) e problemi sulla sanità del prodotto che richiede
grande attenzione in tutte le fasi, dalla semina al raccolto e conservazione. Dice
Giuseppe Baretta, che l’aglio va seguito come un bambino; quasi tutte le
mattine in certi periodi bisogna guardarne ed osservarne la sua crescita. In
Polesine esiste un’azienda che produce aglio biologico basato su un
disciplinare, una produzione dalla quale è attratto, molto aderente alla sua
mentalità.
Vero che la concorrenza cinese e spagnola costituisce un
problema, ma anche l’aglio italiano varca i confini. Non è solo la Cina ad
invadere il mercato europeo con il suo prodotto a basso costo; anche la Spagna
sta attuando una strategia basata sostanzialmente sui grandi volumi e prezzi
bassi. Purtroppo, trovano pubblico e consumatori molto più attenti al prezzo
che alla qualità, oppure, la tesi più probabile è che i consumatori sono molto
distratti ed acquistano il prodotto che viene loro offerto dalla grande
distribuzione, questa sì molto attenta alle percentuali commerciali di
ricarica, che si sposa con i grandi numeri.
L’aglio polesano deve difendersi puntando sulla qualità,
sulla diversificazione e sui giovani, come sperano Giuseppe Beretta ed il
figlio diciasettenne che frequenta l’Istituto Tecnico Agrario Statale “Ottavio
Munerati” di Sant’Apollinare – Rovigo.
Ma dall’intervista emerge anche che il Consorzio di Tutela
dell’Aglio Bianco Polesano e l’associazionismo, aiutano poco e dovrebbero fare
di più, prendendo spunto dalla vicina Regione Emilia-Romagna, molto attiva nel
sostenere l’aglio prodotto nella vicina Ferrara e nel Piacentino.
Pino Schiesari
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